martedì 10 aprile 2018

Il LEOLUCALIFFO


Nella trasposizione disneyana di "Alice nel paese delle meraviglie" il personaggio che mi piaceva di più era il brucaliffo, perché era un bruco che non faceva niente tutto il giorno fumava il narghilè, e faceva domande senza senso ad alice.
Era di un bel blu elettrico, Blu colore che di solito gli inglesi associano alla tristezza, infatti "i'm blue "vuol dire proprio "io sono triste".
La premessa vi sembrerà vaga e anche un po strana, ma vi smentisco subito, perché io ho trovato un parente stretto del brucaliffo della favola, il LEOLUCALIFFO!!!
Questo esserino ha molte caratteristiche fisiche simili al brucaliffo, ma le ha sviluppate in maniera diversa.
Per esempio lui è blu come il disneyano fumatore di narghilè, ma il motivo è profondamente diverso, mentre il cartone era blu per una scelta cromatica accattivante, il nostro Leolucaliffo è blu perché è triste, molto triste.... triste nelle scelte che fa, o meglio nelle non scelte, triste quando vuole denunciare l'Unione Europea per genocidio (mirabile gesto se seguito da gesti concreti di protesta e di aiuto ai migranti), triste perché lui il sindaco lo sa fare, ma invece il primo lui ormai non ci crede più. Un'altra caratteristica in comune è la capacità di ascoltare, infatti se vi ricordate la larvata blu della favola continuava a ripetere la stessa domanda as Alice anche se la bambina aveva risposto, ma lui continuava a chiedere, anche il palermitanissimo Leoluca ha la stessa capacità di ricezione acustico-spirituale, come per esempio quando forte di una sentenza del TAR, ha lasciato così come è la ZTL, senza curarsi delle attività commerciali in difficoltà e facendo multe anche ai disabili (http://www.inuovivespri.it/2018/01/18/ztl-di-palermo-multe-anche-ai-disabili-che-volete-sispi-e-amat-non-dialogano/).
Ma c'è una cosa che i nostri due amici blu non hanno in comune, e si riferisce proprio al loro titolo di Califfo, perché mentre il cartone possedeva solo un fungo dove si crogiolava, il nostro Leolucaliffo è il reggente di una città nientedimeno che provvista anche di suo mediorientale.
Ma vengo e mi spiego, qualche giorno fa (31/03/2018), è stata approvata dal consiglio comunale la delibera della TARI, che rimane invariata, ovvero è di 122 milioni di euro. Ad un lettore non informato la notizia che un sindaco non ritocchi in alto le tariffe per la "munnizza", potrebbe sembrare una buona notizia, ma a chi conosce Palermo sa invece che non è tutto oro quello che luccica.
Palermo è una città sporca, piena di cumuli di immondizia dappertutto, dal centro alle periferie, la discarica di Bellolampo è inadeguata, come già trattato dalla trasmissione Report (qui la trasmissione, dal 31esimo minuto in poi), insomma non è che il servizio di nettezza urbana sia la punta di diamante delle partecipate palermitane, ma nonostante lo sfacelo in cui versa la situazione, il Califfo ha lasciato tutto come è, anche con l'aiuto dei consiglieri del M5S, ipnotizzandoli forse con un paio di sbuffate di fumo uscito dal narghilè.
Dove sta la presa in giro del Califfo, cioè far pagare ai cittadini un servizio inesistente, però il genio di uno statista si vede proprio nei momenti più bui, invece di rassegnare delle dignitose dimissioni, lui ha giustificato il totale degrado in cui versa la città, adducendo la vocazione mediorientale di Palermo, trasformando per esempio l'Albergheria in un suk mediorientale, come per dirla in parole povere, se Palermo non fosse sporca non potrebbe manifestare adeguatamente la propria identità e la propria cultura.
Mi inchino a vossia o mio Califfo, Salam Aleikum mio eminentissimo saggio Leolucaliffo, fulgido esempio di nobile paraculaggine, io ti venero, hai portato dalla tua parte anche chi doveva fare opposizione.
Sabbenerica Califfo.




1 commento:

  1. apprezzo con orgoglio questa disamina e anche l'accostamento fatto tra il personaggio dei cartoni e "Leolucaliffo" è quantomeno geniale, confermo che la città si trova in uno stato pietoso non solo per la "munnizza" ormai facente parte dell'arredo urbano permanentemente ma anche delle condizioni delle strade cittadine che dir poco sono meno che "trazzere"tanto sono devastate da anni di mancata manutenzione,secondo i media nazionali però questo problema c'è l'ha solo Roma.
    A questo punto il fatalismo siciliano se ne esce con un salamonico "quannu u sceccu u'nvoli viviri è'nutili friscari".

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